Mi sento multiplo.
Sono come una stanza dagli
innumerevoli specchi fantastici
che distorcono in riflessi falsi
un’unica anteriore realtà
che non è in nessuno
ed è in tutti.
In questa vita,
in cui sono il mio sonno,
non sono il mio padrone,
chi sono è che ignoro di essere:
vivo immerso in questa nebbia
che io sono tutte le vite
che ebbi in altri tempi
in una sola vita.
Sono mare;
di sotto verso l’alto
mareggiando ruggisco,
ma il mio colore
viene dal mio alto cielo
e mi incontro soltanto
quando da me fuggo.
Il poeta è un fingitore.
Finge cosi completamente
che arriva a fingere
che è dolore
il dolore che davvero sente.
Non so se sono felice
né se desidero esserlo.
Tremuli solchi sorridono
sull’acqua addormentata.
Perché ho fatto dei sogni
la mia unica vita?
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Messaggio Testo portoghese a fronte Fernando Pessoa |